Della Scozia fanno il giro del mondo immagini di paesaggi ammalianti, cupi e bellissimi, fatti di montagne verdissime con pinnacoli di roccia aguzza e alberi piegati dal vento, infiniti specchi d’acqua scura e rovine di antichi castelli, impetuose cascate e villaggi dal fascino gotico.
Tutto questo esiste e fa innamorare, ma quello che mi ha colpita più profondamente è il carattere di questa regione, che si presenta come se fosse una nazione a sé stante.
E tali si percepiscono d’altra parte gli stessi scozzesi, che da tempo immemore lottano per la propria libertà e indipendenza, votati ad un sacrificio che raramente ha eguali nel mondo.
La Scozia è attualmente, dal XVII secolo, sotto la corona britannica, ma questa condizione è costata, da ambe le parti, innumerevoli guerre e battaglie. L’intero territorio è costellato di luoghi che rievocano le gesta di eroici scozzesi e personaggi che ne hanno delineato un carattere indomabile, come William Wallace, Robert The Bruce e Mary Stuart.
La Scozia si presenta ben chiara nell’immaginario collettivo, essendo famosa per moltissime cose: la cornamusa, il kilt, la suddivisione in clan della società, il whisky, la lana e così via. Tutto questo concorre a creare un’aura di leggenda intorno a questa relativamente piccola regione.
E io avrei mai potuto non amare un posto in cui si produce la migliore lana al mondo? Essendo poi un paese del Nord era impossibile che non ne subissi il fascino, trovando per me un’ambientazione e un’atmosfera perfette.
- Quando, come e perché andare in Scozia: organizzare il viaggio
- Guidare in Scozia: noleggio e accortezze
- Itinerario per un on the road di 10 giorni
1. Giorni 1 e 2 – Edimburgo
2. Giorno 3 – le Highlands da Falkirk a Mallaig attraverso il Glencoe
3. Giorni 4 e 5 – l’Isola di Skye nelle Ebridi Interne
4. Giorno 6 – Wester Ross: lungo il North Coast 500 fino a Ullapool
5. Giorni 7 e 8 – l’Isola di Lewis-Harris nelle Ebridi Esterne
6. Giorno 9 – cosa vedere sul lago di Loch Ness in un giorno
7. Giorno 10 – I Cairngorms, Pitlochry e Stirling

1. Quando, come e perché andare in Scozia: organizzare il viaggio
Raggiungere la Scozia dall’Italia è molto semplice. La sua diversità e le tante particolarità la fanno sembrare come se fosse un altro mondo ma è in realtà dietro l’angolo, a poco più di due ore di volo. Da tutta Italia partono numerosi voli diretti ogni giorno e le compagnie principali sono Ryanair e British Airways. Noi abbiamo volato con British Airways optando per l’opzione con scalo a Londra. Non fatelo mai! Siamo stati obbligati a farlo all’epoca in cui prenotammo (inverno 2019) perché i voli diretti da Pisa (per noi l’aeroporto più vicino) erano solo stagionali. Saremmo dovuti partire a marzo e l’unico modo sarebbe stato partire da una città più grande come Roma o Milano, oppure fare uno scalo. Quell’acquisto poi è diventato un e-Voucher perché per il covid non siamo mai partiti. Ad ora esistono voli diretti Pisa-Edimburgo tutto l’anno, ma per smaltire il voucher ci siamo sottoposti a questo indesiderato strazio.
In fase organizzativa abbiamo poi impiegato diverso tempo per scegliere le zone a cui dedicarci. Il mio consiglio è procedere a settori perché ogni area offre molto da fare e da vedere per via delle tante tradizioni e vicende storiche. Noi abbiamo individuato fin dall’inizio come mete irrinunciabili le isole di Skye e Lewis-Harris, quindi abbiamo costruito un itinerario decentrato a Occidente, eccezion fatta per Edimburgo. Abbiamo trascorso i primi due giorni a Edimburgo e poi noleggiato un’auto per i seguenti 8 giorni. Abbiamo seguito un itinerario molto vario concentrato a Ovest. La Scozia non è un paese difficile da visitare, ma non è stato semplice sceglierecosa vedere, perché fin da subito è stato chiaro che dieci giorni non sono neppure un decimo del tempo che la Scozia meriterebbe. Per chiunque inizia a pensare ad un viaggio in Scozia si prepari a dover fare una cernita tra l’infinità di posti che vale la pena vedere. Dopo quindi grandi riflessioni e studi approfonditi abbiamo deciso di toccare alcune tappe classiche muovendoci verso ovest. Da Edimburgo siamo passati per il Perthshire, dal Loch Tay e poi percorso la strada panoramica A87 che attraversa Gleoncoe. Abbiamo raggiunto il Glenfinnan e poi il Loch Morar vicino Mallaig. Da qui ci siamo imbarcati per l’isola di Skye. Abbiamo trascorso due giorni interi sull’isola di Skye toccando quasi tutti i punti più significativi lungo il perimetro e la sua cittadina, Portree. Da qui ci siamo diretti poi verso Nord percorrendo una strada di bellezza ineguagliabile lungo la costa nella regione di Wester Ross, per raggiungere Ullapool. Da Ullapul abbiamo preso un traghetto che ci ha portato sull’isola di Lewis-Harris, l’isola maggiore delle Ebridi Esterne. Qui abbiamo passato due giorni meravigliosi tra spiagge cristalline e brughiere sconfinate. A questo punto abbiamo fatto ritorno sulla mainland prendendo nuovamente il traghetto da Stornoway a Ullapool. Abbiamo raggiunto il lago di Loch Ness, che abbiamo percorso lungo tutto il suo perimetro facendo diverse tappe, fino a raggiungere la zona esterna ad Inverness. L’ultimo giorno abbiamo preso una strada che ci ha portati fino al Parco Nazionale dei Cairngorms, per ammirare la Caledonian Forest. Le ultimissime tappe del nostro viaggio sono state la cittadina di Pitlochry e il castello di Stirling. Da qui, il giorno dopo, abbiamo riportato l’auto all’aeroporto di Edimburgo e siamo tornati in Italia.
Di grande aiuto per scegliere itinerari e anche per qualsiasi genere di informazioni relative alla Scozia segnalo il blog di viaggi di una famiglia appassionata di Scozia. Sono Scotland for you, una miniera preziosa per chiunque desideri organizzare un viaggio in Scozia!

Veniamo al quando andare in Scozia: il periodo migliore va da aprile a ottobre. Scommetto sia spettacolare anche in inverno, ma un turista potrebbe andare incontro a diversi disagi, come attrazioni chiuse od orari limitati, traghetti cancellati a causa del maltempo e strade chiuse per il ghiaccio. Non ho visto la Scozia in altre circostanze climatiche, ma secondo me in autunno dà il suo meglio. Con le centinaia di migliaia di ettari di boschi che offre, i colori sono di una bellezza sconvolgente e sicuramente vedrete uno dei folliage più belli di sempre. A ottobre le temperature non sono ancora troppo basse poiché si aggirano tra i 6 e i 12 gradi. Riguardo alla pioggia…piove. Piove tutti i giorni, anche quelli sereni, anche quando c’è il sole. Qualche goccia la fa sempre. Possiamo distinguere però tra giorni in cui piove no stop a scroscio e quelli dove regolarmente il cielo si apre e si tinge di tantissimi arcobaleni. In 12 giorni avremo forse visto il cielo sereno e libero per 4 o 5 ore.
Infine, per un viaggio itinerante esistono diverse soluzioni. La Scozia è efficienza allo stato puro in termini di mezzi pubblici e anche molti territori remoti sono serviti dalla linea ferroviaria. Qui il sito delle ferrovie scozzesi dove troverete orari, prezzi e tratte. La Scozia offre tra l’altro alcuni tragitti in treno tra i più belli e panoramici d’Europa. Come tutto il Regno Unito, una buona soluzione sono i pullman e gli autobus di linea, che anche sulle isole ho visto operare imperterriti connettendo le principali destinazioni. La maggiore compagnia in Scozia è Scottish City Link.
Anche spostarsi sulle isole non è complesso, perché il paese gode di un’ottima compagnia di traghetti che connette quasi tutte le isole, molte delle quali più volte al giorno, sia con la Mainland che fra di loro. La compagnia è CalMac Ferries, che abbiamo utilizzato sia per Skye che per Lewis-Harris e devo dire che è impeccabile e i prezzi sono onesti. Per far prima si può anche volare per raggiungere le isole. E’ possibile consultare rotte, orari e costi sul sito della Scotland’s Airline.
Detto questo, l’opzione migliore rimarrà sempre e comunque l’auto. Noleggiare un’auto permette una libertà negli spostamenti che tutti gli altri mezzi non possono garantire. Riguardo a noleggio, costi e cosa significhi guidare in Scozia trovate tutto nel paragrafo successivo.

2. Guidare in Scozia: noleggio e accortezze
Se si ha una patente, una carta di credito e non troppo timore della strada, l’auto è la soluzione migliore per esplorare in lungo e in largo la Scozia in libertà, dato che “il su bello” sono proprio i luoghi difficilmente accessibili.
La prima cosa da tenere in mente è che in Scozia, come in tutto il Regno Unito, si guida a sinistra, ovvero sul lato sinistro della strada, mentre il volante si trova a destra. I primi momenti potrebbero essere difficoltosi, come ad esempio imboccare una rotatoria o prendere le misure sul lato sinistro dell’auto e evitare dunque di urtare eventuali ostacoli, ma dopodiché è più che fattibile e ci si prende la mano in poco tempo. Una volta tornata a casa ci ho messo un paio di giorni per riadattarmi. Carlo, temerario per natura, ha ovviamente chiesto a me di guidare inizialmente, dato che lo avevo già fatto in Nuova Zelanda, ma in realtà avevo completamente resettato.
Guidare in Scozia richiede poi alcune accortezze, specialmente se si pensa di addentrarsi nelle zone rurali. La prima cosa che mi viene da dire è: attenzione alle pecore. Sono ovunque, a migliaia e sono le padrone della campagna. Le pecore sostano regolarmente a bordo strada, attraversandola anche improvvisamente.
Parliamo di strade molto ben tenute, asfaltate e raramente dissestate, ma spesso e volentieri di single track, ovvero a una sola carreggiata. Per permettere lo scambio con le auto provenienti dal senso opposto di marcia ci sono i cosiddetti passing place, ovvero aree per accostare velocemente e permettere il passaggio. Sorgerà, come credo in tutti, l’istinto ad utilizzarle come aree di sosta per fare fotografie, ma è assolutamente vietato sostare nei passing place nonché da incoscienti, perché sono l’unico modo per scambiarsi con gli altri mezzi.
Per quanto riguarda il noleggio dell’auto, noi ci siamo affidati a Arnold Clark via Celtic Legend. Arnold Clark è una compagnia di noleggio auto scozzese con moltissime sedi. Questo permette di prendere e riportare l’auto anche in sedi differenti come abbiamo fatto noi. Proprio utilizzando un codice sconto di Scotlandforyou abbiamo pagato il noleggio il 10% in meno, vale a dire 450€ in due per 8 giorni. La cosa migliore è che questa compagnia non richiede la carta di credito né la caparra.
Ultima cosa, ma non meno importante, è la benzina. Se si viaggia in zone remote, il mio consiglio per star tranquilli è partire sempre con il pieno e non rischiare. Noi in 10 giorni, 1800 km percorsi, abbiamo speso 234€ in due.

3. Itinerario per un on the road di 10 giorni
Di seguito troverete in breve l’intero itinerario giorno per giorno. Per le tappe che abbiamo visitato più approfonditamente rimando ad articoli specifici in arrivo nei prossimi giorni. Qui trovate invece le informazioni necessarie su tutti quei luoghi di interesse che abbiamo visitato strada facendo nelle Highlands e non solo, inclusa la spettacolare North Coast 500, Loch Ness, il Glencoe e Stirling.
Alla fine di ogni giornata trovate il link all’alloggio e il costo per due persone.
Giorni 1 e 2 – Edimburgo
Credo sia quasi scontato iniziare un viaggio in Scozia visitando la sua capitale. Edimburgo è una città magnetica; il suo fascino mi ha rapita fin da subito. Devo ammettere che io amo qualsiasi cosa abbia a che fare con la cultura britannica. Amo l’architettura, gli odori dei pub che invadono le strade, la pioggia, gli autobus a due piani ecc ecc.
A Edimburgo abbiamo dedicato i primi due giorni, per ambientarci un po’ prima di iniziare il nostro on the road.
Due giorni sono pochi ma anche lo stretto necessario per farsi un’idea della città. La fortuna è che Edimburgo non è grandissima ed è molto ben servita dai mezzi pubblici, quindi in così poco tempo si possono visitare un bel po’ di cose, inclusi i quartieri periferici e un paio di musei. Per tutto quello che c’è da sapere per visitare Edimburgo in due giorni, dove mangiare, quali pub non perdersi e come spostarsi leggi l’articolo dedicato!
DOVE DORMIRE: noi abbiamo optato per una guesthouse fuori centro, la Dalry Guesthouse, un posto abbastanza modesto con bagno in comune e colazione inclusa. Prezzo complessivo in due per tre notti: 167€.
Giorno 3 – le Highlands da Falkirk a Mallaig attraverso il Glencoe
Trovandoci in città, abbiamo recuperato l’auto direttamente presso una delle sedi di noleggio di Arnold Clark a Edimburgo. Per raggiungerla dal nostro alloggio abbiamo preso un taxi perché era ancora troppo presto trovare la forza di affrontare l’autobus con quattro valigie e una levataccia. Per 15 minuti di taxi abbiamo speso 15,50€ in due. Alle 8.30 in punto eravamo dentro alla nostra auto in direzione Falkirk.
Falkirk è nota per ben due battaglie estremamente dure combattute per l’indipendenza scozzese. La prima si svolse nel XIII secolo tra l’esercito di William Wallace e quello inglese, la seconda nel 1746, innescata dai giacobiti al fine di portare sul trono un sovrano scozzese.
Noi siamo passati per ammirare un’opera d’arte stupenda e gigantesca che attendevo di vedere da anni, i Kelpies nel parco The Helix. I Kelpies sono due sculture di 30 metri raffiguranti due teste equine. Sono stati realizzati dallo scultore Andy Scott; i Kelpies sono una mastodontica opera di ingegneria e architettura, visitabili anche al loro interno con tour guidati per 8.70€.
La scultura, dalle sembianze di due cavalli, racconta del folklore scozzese. I Kelpies sono infatti, secondo le credenze locali, degli esseri demoniaci mutaforma che ingannano l’uomo. La sembianza più malevola di tutte è quella del cavallo, perché quando il malcapitato decide di cavalcarli non riesce più a staccarsi dal dorso e il mostro lo trascinerà sul fondo di un lago per divorarlo.
Al contempo, i cavalli sono anche il simbolo della potenza generatrice e attivatrice dell’acqua, da sempre sfruttata per la creazione dell’energia.



Da qui ci siamo spostati poi leggermente verso nord per fare una breve sosta alla distilleria Glenturrent. A detta dei proprietari sembra trattarsi della distilleria più antica di Scozia. Questa si può visitare con tour guidati di varie tipologie; il tour base di 1h costa 17€ e viene effettuato diverse volte durante la giornata. Non essendo né appassionati né interessati al whisky premetto subito che non abbiamo visitato internamente la distilleria, come nessun’altra in Scozia, pur essendoci sempre fermati per dare una sbirciata.
In realtà ho insistito per venire qui perché mi era capitato di leggere della storia molto particolare di un gatto. Nelle distillerie infatti i gatti sono animali utilizzati da sempre per scacciare i topi, poiché la presenza di cereali attrae drammaticamente i roditori che vanno a costituire un rischio concreto per la produzione. Fra tutti i gatti di Scozia il più famoso ha vissuto proprio qui per addirittura 24 anni. Oltre ad essere la prova scientifica che vivere in un posto stupendo immersi nella natura allunga la vita, la storia di questo felino, una gatta di nome Towser, è ancora più notevole se si pensa che ha ucciso ben 29.000 topi, aggiudicandosi un posto nel Guinness World Record. A commemorare la gatta si trova oggi fuori dalla distilleria una scultura in bronzo e una targa che ne rievoca le gesta.




Ci rimanevano ancora diverse soste da fare e ancora la maggior parte della strada da percorrere per raggiungere infine Mallaig, sulla costa occidentale.
La Glenturrent Distillery si trova nel Perthshire, che avremo modo di conoscere l’ultimo giorno. Da qui abbiamo iniziato a virare verso Ovest.
La Scozia vanta oltre 30.000 laghi, alcuni dei quali di straordinaria bellezza (secondo me sono tutti belli comunque). Ho cercato di selezionarne alcuni tra i più suggestivi che abbiamo più o meno facilmente incontrato lungo il tragitto.
Il primo loch visitato è stato il Loch Tay. Di forma tipicamente stretta e lunga, sorge in un’area molto selvaggia, toccando due villaggi che meritano almeno una breve sosta Kenmore e Killin. Entrambi hanno il classico fascino del paesino di campagna britannico. A Kenmore nello specifico non c’era nessuno in giro per le strade. Le piccole casette bianche coi tetti neri sembrano quasi disabitate viste da fuori e le rovine di antiche mura, la chiesa e il piccolo cimitero rendevano l’atmosfera particolarmente tetra, eppure molto affascinante.
Il Loch Tay è tra i più grandi della Scozia, il sesto nello specifico. Qui il povero Carlo non se l’è goduta granché. Oltre a scontrarsi coi primi accenni del pungente clima scozzese, che fino a quel momento ci aveva graziati, lo avevo fatto imbestialire perché, a mio avviso, incapace di accostare quando necessario per fotografare il paesaggio. D’altra parte il bello di viaggi come questi è che ti ritrovi a guidare in sconfinate distese di bellezza. Una meraviglia dopo l’altra, spot mozzafiato ovunque. Bisogna essere capaci di individuare la prima area di sosta buona e scendere al volo per fare foto a raffica! In principio ha avuto qualche problema a capirlo, avendo probabilmente anche la velocità di reazione compromessa dalla guida “dalla parte sbagliata”, e questo è stato motivo di screzio. Al che io, senza pietà, mi sono messa alla guida e abbiamo proceduto con il nostro viaggio.









Così, praticamente in silenzio, abbiamo raggiunto il Glencoe, la più bella valle della Scozia. Ma come si potrebbe stare se non in silenzio di fronte a tanta bellezza?
Porta di accesso alle Highlands è la strada A82, ritenuta tra le più belle e panoramiche della Scozia. Questa strada attraversa tutto il Glencoe dando la possibilità di ammirare il paesaggio comodamente seduti in macchina, essendo una delle valli più selvagge e suggestive delle Highlands. Menomale anche, perché ha piovuto un bel po’ quel giorno.
Lungo la strada si trovano alcuni viewpoint che permettono di sostare con l’auto e fare fotografie. Il Glencoe è poi attraversato da moltissimi percorsi escursionistici che necessiterebbero di un viaggio a sé. Sul sito di Walhighlands sono raccolte tantissime idee per trekking di ogni difficoltà nelle Highlands, con informazioni riguardo durate, lunghezze e descrizioni dei percorsi.
Noi eravamo solo di passaggio, ma Glencoe ha molto da offrire e qui si trovano diversi posti che può valere la pena vedere: la strada del film Skyfall (piccola deviazione per il Glen Etive), la montagna Bidean Nam Ban, le varie creste che lo delineano e il villaggio di Glencoe, dove si trova il monumento ai caduti del clan MacDonald. Fu in questa valle che si tenne, il 13 febbraio del 1692, il tristemente celebre massacro del clan MacDonald e che ha valso alla valle lo pseudonimo di “valle delle lacrime”. Per avere informazioni in più, mappe e altri spunti potete fermarvi al centro visitatori di Glencoe, all’estremità ovest della A82.






In una corsa contro il tempo (sia atmosferico che cronologico) noi abbiamo però tirato dritto puntando a un’altra tappa a tema Harry Potter: il Glenfinnan Viaduct.
No, mi dispiace deludervi, non ce l’ho fatta a vedere il treno attraversare il ponte. Il treno parte ogni giorno da Fort William alle 10.15 e raggiunge il Glenfinnan Viaduct alle 11.00. Alle 14.10 poi intraprende il tragitto opposto partendo da Mallaig e passando dal viadotto alle 15.00 circa. Erano le 16.00 quando abbiamo parcheggiato l’auto nella zona predisposta. Dice ci sia anche un parcheggio gratuito poco più avanti, ma noi abbiamo preferito fermarci a quello più evidente: costo del parcheggio 4,60€.
Per ammirare il viadotto si segue un facile percorso ben segnalato che permette di passare sotto al ponte, fino a raggiungere un punto panoramico. La parte positiva del non trovarsi lì al passaggio del treno è la bassa affluenza di turisti. Probabilmente in quei momenti della giornata deve esserci una folla insopportabile. Per arrivare al viewpoint in alto si impiega circa un quarto d’ora.
Non so se è stata la suggestione di trovarsi finalmente in un posto fortemente familiare e inevitabilmente connotato dal mito di una pietra miliare della mia infanzia, ma onestamente ho trovato questa tappa molto bella. Il paesaggio è stupendo e oggettivamente apprezzabile da chiunque. Poi finalmente, in quel momento, il cielo iniziava ad aprirsi.









In altri 40 minuti, gli ultimi alla guida finalmente, siamo arrivati quasi a destinazione, poco lontani da Mallaig, la cittadina da cui avremmo preso il traghetto per Skye la mattina seguente. Come ultima sosta abbiamo deciso di fare una passeggiata sulla spiaggia candida che si è creata alla foce del fiume Morar. Questo breve corso d’acqua connette il Loch Morar all’oceano. L’effetto di trovarsi al contempo nel punto di incontro delle acque di un fiume, del mare e di un lago è decisamente emozionante.
Queste spiagge sono chiamate le Silver Sands of Morar, nome dovuto al riflesso argenteo che creano. E’ possibile esplorare le spiagge anche con escursioni guidate a cavallo.
Con il sole, in procinto di calare, ci siamo goduti qualche attimo su questa bellissima spiaggia, completamente priva di persone, prima di raggiungere il nostro alloggio a distanza di pochi minuti.




DOVE MANGIARE A MALLAIG: per cenare abbiamo dovuto guidare fino a Mallaig, a soli 10 minuti dal nostro alloggio. Abbiamo mangiato una meat pie di pollo che era la fine del mondo al pub dello Steam Inn.
DOVE DORMIRE: l’alloggio in cui abbiamo soggiornato è stato un po’ una scelta obbligata e una bellissima sorpresa. Avrei voluto pernottare direttamente a Mallaig ma i costi erano troppo alti. Inoltre, pochi giorni prima della partenza l’host ha annullato la mia prima prenotazione. Ad una settimana le opzioni erano veramente poche, così mi sono fatta guidare dal prezzo, comunque decisamente alto! Il destino ci ha portati quindi nell’alloggio di Claire su Airbnb in località Morar; la stanza è bellissima, vicina al mare e in mezzo alla campagna. Prezzo complessivo in 2 per una notte: 94,50€.
Giorni 4 e 5 – L’isola di Skye nelle Ebridi Interne
Al mattino abbiamo preso il traghetto delle 8.30 per raggiungere Skye soltanto 40 minuti dopo. La traversata è infatti brevissima! Su Skye abbiamo trascorso due giorni percorrendo quasi l’intero periplo dell’isola con partenza da sud.
Per scoprire come visitare l’isola di Skye in due giorni leggi l’articolo dedicato.
DOVE DORMIRE: per la prima notte ci siamo fermati a nord dell’isola in un alloggio veramente carino presso una famiglia del posto che affitta una sorta di micro cottage nel proprio giardino. Una notte al The Garden Bothy a Glendale ci è costata 113€ in due.
La seconda notte eravamo già tecnicamente fuori Skye, nel primo villaggio che si incontra una volta superato il ponte che connette Skye alla mainland. Abbiamo pernottato a Kyle of Lochalsh a casa di Alexandra.

Giorno 6 – Wester Ross: lungo la North Coast 500 fino a Ullapool
Pochi miglia fuori da Kyle of Lochalsh inizia la famosissima North Coast 500, o NC500, su Google Maps la A896. Come la si chiami la si chiami percorrerla è un’esperienza stupenda. Questa strada, lunga 830km, corre lungo costa delle Highlands settentrionali, offrendo una quantità di spettacolari paesaggi e scorci che lasciano ripetutamente a bocca aperta. Noi abbiamo percorso soltanto 250 km per arrivare fino a Ullapool e prendere il traghetto del pomeriggio per l’isola di Lewis-Harris. Lungo la strada abbiamo fatto alcune soste che ci hanno fatti innamorare di questo territorio.
Quindi, percorrendo la North Coast 500, abbiamo attraversato la regione di Wester Ross, la zona più remota e caratteristica delle Highlands settentrionali: un territorio sconfinato ricoperto di foreste che si alternano a moltissimi laghi, montagne e in generale una natura tanto bella da commuovere, per di più tinta dei colori autunnali. Tra una foresta e l’altra, una vallata e l’altra si trovano piccoli villaggi dove regna la quiete assoluta, lontani da tutto. Qualcuno si chiederà come si farà a vivere qui, per me non esisterebbe cosa più bella.





La prima sosta lungo la strada è stato il villaggio di Lochcarron sull’omonimo lago. Punto forte di questa zona è la storica produzione del tartan, il caratteristico tessuto scozzese in lana decorato con trame di fili che vanno a creare un disegno geometrico dove quadrati e righe si alternano in maniera sempre diversa. Sulle sponde del lago si trova il negozio Locharron of Scotland dove vendono tartan al metro e producono indumenti su misura come i tradizionali kilt. Poco oltre si trova la deviazione per una delle strade più belle e pericolose del mondo, la Bealach na Ba. Questa strada single track, fatta di tornanti a picco conduce nel cuore di Wester Ross fino al villaggio di Applecross. Purtroppo è una deviazione che non abbiamo potuto aggiungere al nostro programma, timorosi di non farcela a raggiungere per tempo Ullapool. Non sapevamo ancora che il traghetto sarebbe stato sufficientemente in ritardo da permettercelo. La strada è lunga 18 km, da percorrere andata e ritorno a passo d’uomo. Mettendo in conto anche una sosta a Applecross avrebbe preso poco meno di 2 ore.
A malincuore siamo andati oltre per fermarci poco dopo, per alcuni minuti, nel villaggio di Shieldaig. Una mezz’ora è infatti quanto basta per respirare la pace assoluta che regna sulla riva dell’omonimo lago su cui si affaccia questo villaggetto di circa 85 abitanti.
A questo punto ci siamo rimessi in marcia per arrivare fino al Loch Maree, circa quaranta minuti più a nord. Qui la strada NC500 diventa sulla mappa la A832, che qui si dirama. Noi abbiamo proseguito sempre a Ovest prendendo quindi la deviazione a sinistra. Da qui, per circa 16 km si costeggia il lago, che è forse il più bello che ho visto durante tutto il viaggio. Il lago è infatti disseminato da numerose isole e isolette (circa 40) ricoperte di foreste, molte di esse contenenti frammenti dell’antica foresta della Caledonia. Il lago vanta la presenza di una sorta di matrioska lago-isola, poiché al suo interno c’è un’isola con dentro un lago, con dentro un’isola.
L’antica foresta della Caledonia è un preziosissimo documento storico e botanico in Scozia. Si tratta di una foresta di pini, discendenti diretti dei loro antenati della tarda era glaciale. Questa specie ha oltre 9.000 anni. Queste foreste, rimaste quasi intatte nelle loro caratteristiche originali, rimangono uno degli ecosistemi più importanti del Regno Unito, ospitando diversi animali tutelati come lo scoiattolo rosso.
Ci troviamo nella più antica riserva naturale della Gran Bretagna, la Beinn Eighe National Nature Reserve, dove si respira la vera essenza delle Highlands Scozzesi.




Lungo entrambe le sponde del lago è possibile accostare per fare soste fotografiche e passeggiate. Qui ho dato prova del mio assoluto non essere una giovane marmotta. L’eccessivo entusiasmo mi ha fatto dimenticare di guardare dove mettere i piedi e sono scivolata su una radice bagnata cadendo rovinosamente a terra. Mi porto ancora dietro come ricordo, tre settimane più tardi, un gigantesco livido sul didietro. Il dolore non mi ha però scoraggiata dal proseguire e fare qualche foto, ma soprattutto rimanere per qualche istante ad osservare incantata la bellezza che avevamo di fronte.
Siamo risaliti in macchina, ma pochi minuti dopo rallentavamo nuovamente incuriositi dal cartello che indicava Victoria Falls sulla sinistra. Ci siamo detti, se è una deviazione breve facciamola! Non solo prende pochissimo tempo, ma ancora una volta, ci siamo ritrovati di fronte un paesaggio bellissimo. Pochi metri dopo il cartello che vedete sulla A832, si trova un’area di sosta da cui partono alcuni sentieri. Per far prima, perché pioveva e non eravamo psicologicamente pronti a fare trekking, noi abbiamo preso il path idoneo anche per disabili. In circa 3 minuti conduce al primo affaccio sulla cascata. Proseguendo leggermente più in alto, il percorso porta a un secondo viewpoint, dove è possibile avere una visuale completa della cascata e sulla foresta. Semplicemente straordinario.





Soddisfatti della nostra breve ennesima sosta, abbiamo proseguito fino al villaggio di Poolewe, dove io ho preteso di visitare gli Inverewe Gardens. Sebbene non abbia alcuna conoscenza botanica, né abilità nel curare le piante, queste creature mi affascinano incredibilmente e i giardini, siano essi botanici o d’arte, o entrambi, sono una delle mie ossessioni. Per visitare il giardino occorre da un’ora a due ore; l’accesso costa una follia, 15€, a cui aggiungerne altre 2,30€ per il parcheggio. Shock iniziale dovuto al prezzo a parte, visitare questi giardini è un’esperienza interessante. Si trovano specie arboree che davvero non ci si aspetterebbero mai a queste latitudini e l’ambientazione in cui è allestito è un vero paradiso. In questo remoto angolo costiero delle Highlands le piante riescono a vivere infatti grazie al clima leggermene più temperato dovuto alla corrente del golfo. Inoltre nel giardino c’è la possibilità di avvistare i Big Five scozzesi: lo scoiattolo rosso, il cervo rosso, la lontra, la foca e l’aquila reale. Indovinate quanti ne abbiamo visti? Ovviamente nessuno. Ma non ci lamentiamo, è stato molto bello immergersi in questa combinazione di colori e odori con una fantastica vista sul Loch Ewe.







Era ormai il primo pomeriggio e per le 16.30 avremmo dovuto essere a Ullapool per attendere il traghetto. Così ci siamo rimessi in viaggio. Ullapool mi ha fatto subito una strana impressione, risultando leggermente deprimente. Probabilmente però ero solo suggestionata dal fatto che avremmo dovuto affrontare tre ore di traghetto in un mare tendenzialmente non tranquillo. Ad aumentare i miei timori ci si era messo anche il signore da cui avevamo dormito a Skye al quale avevamo detto che avremmo preso la nave per Lewis-Harris. Di tutta risposta aveva esclamato “uuuuh wavy!”, aggiungendo che lui aveva paura e che ha preso il traghetto solo una volta in vita sua. Detto da uno che vive su un’isola è incoraggiante!
Per smaltire la tensione ci siamo fatti un giro in tutti i negozi di Ullapool e fatto una lunghissima pausa caffè poiché nel frattempo avevamo saputo che il traghetto era in ritardo a causa delle condizioni meteo.
Immaginate con quanta ansia sono salita sulla nave alle 18.00, dandomi già per spacciata. In realtà come sempre mi preoccupo troppo; la nave ha ballato un po’, ma niente di spaventoso. Certo senza xamamina sarebbe stata dura!
Siamo arrivati a Stornoway, la città principale delle Ebridi Esterne e quindi di Lewis-Harris, ormai tardi e con il buio…
Ma questa è un’altra storia che racconterò in un articolo dedicato a cosa fare e vedere in due giorni sull’Isola di Lewis-Harris in arrivo nelle prossime settimane.
Giorni 7 e 8 – L’isola di Lewis-Harris nelle Ebridi Esterne
Qui posso solo dire che è stata la parentesi più bella del nostro viaggio, quel momento in cui veramente ci siamo sentiti fortemente connessi con la Scozia, dove la Scozia ha lasciato il suo segno indelebile nel cuore. Ho provato un insieme di emozioni e sentimenti bellissimi nelle cinquanta ore che abbiamo trascorso su quest’isola, un pezzo di terra di una bellezza impossibile da dimenticare e della quale non si può che diventare dipendenti: amore, entusiasmo, commozione, gioia, sorpresa, meraviglia, gratitudine, la voglia di non andarmene mai più.
DOVE DORMIRE: Sull’isola di Lewis-Harris abbiamo affittato per tre notti una jurta nel giardino di una famiglia del posto, in piena campagna, località Limehill, a circa 15 minuti da Stornoway. Siamo rimasti molto soddisfatti dell’alloggio, decisamente confortevole e adorabile. Disponendo di una piccola cucina, abbiamo avuto la nostra autonomia e cercato di risparmiare un po’ cenando sempre a casa. Costo totale in due: 240€
Giorno 9 – cosa vedere sul lago di Loch Ness in un giorno
Ormai sentivamo che il nostro viaggio di ritorno era iniziato, ma fortunatamente non ancora finito e ancora ci rimanevano da vedere alcuni posti degni di nota.
Siamo arrivati a Ullapool con il traghetto alle 11.00 e subito abbiamo preso la strada in direzione Inverness.
Abbiamo dedicato tutto il nono giorno del nostro on the road al lago di Loch Ness, il quale merita una lunga visita per via della sua delle sue grandi dimensioni. Lungo 37 km, è il secondo lago più grande della Scozia dopo il Loch Lomond e il secondo più profondo dopo il Loch Morar. Lungo le sue sponde si trovano numerosi punti dove fermarsi.
Dopo due giorni lontani dal mondo, tornare tra folle di turisti rumorosi e negozietti pieni di orribili cianfrusaglie di plastica è stato momentaneamente deludente. Per prima cosa ci siamo fermati al centro visitatori del Lago dove è presente una esibizione dedicata alle ricerche del mostro Nessie. Abbiamo deciso di non visitarlo per via del pezzo eccessivo di 11,50€. Abbiamo invece proseguito fino al Castello di Urquhart, una tappa che, sebbene molto turistica, è irrinunciabile. Il castello oggi è una romantica rovina posto in un incantevole punto panoramico. La sua storia è però molto antica e segnata da vicende belliche sanguinose. Le guerre per l’indipendenza scozzese non risparmiarono certo questo luogo e la fortezza passò da mano inglese a scozzese diverse volte, conseguentemente ad altrettanti assedi. Il castello fu abbandonato nel 1692 e ripetutamente saccheggiato. Questo ha provocato un lento degrado che lo ha portato ad assumere l’aspetto odierno.
Visitare il castello costa 15€ a persona, come sempre davvero troppo, ma d’altra parte vale veramente la pena anche solo per la vista sul lago di Loch Ness. Occorre circa un’ora e mezza per visitarlo.










Per il resto della giornata abbiamo guidato lungo la sponda est del lago fermandoci varie volte per fotografare il paesaggio che è talmente bello da comprenderne la celebrità; per quanto io continui ad affermare che ho trovato molto più bello il Loch Maree.
Sulla sponda orientale del lago ci sono molti spot panoramici e luoghi da vedere. Noi ci siamo fermati presso le Falls of Foyers. In effetti tutta questa sponda è decisamente più bella selvaggia e caratteristica dell’altra. Per visitare le cascate c’è un breve percorso a gradini nel bosco che conduce in due punti panoramici.
Era il momento di raggiungere il nostro alloggio, ma mentre Carlo guidava io mi sono messa a leggere qualcosa sulla mia Lonely Planet a proposito del lago e ho scoperto l’esistenza di un ristorante tipico scozzese di cui si parlava proprio bene. Trovandosi sul tragitto per Inverness (dove eravamo diretti) ci siamo fermati per dare uno sguardo al Dores Inn. Morale della favola, abbiamo prenotato per la cena più tardi dato che si trovava a soli dieci minuti dal nostro alloggio.
DOVE MANGIARE SUL LAGO DI LOCH NESS: assolutamente al Dores Inn. Questo è il primo ristorante veramente scozzese nel quale ci siamo imbattuti e abbiamo potuto assaggiare il famigerato Haggis. Si tratta di un insaccato di interiora di pecora che viene servito caldo e in grosse fette come un polpettone. Al Dores Inn ce lo hanno servito su un letto di mashed potatoes e una crema di whisky. Abbiamo provato anche altri piatti locali ma questo li batte tutti. Nel ristorante servono poi birra prodotta proprio sul lago di Loch Ness. Spesa totale in due, 67€.
DOVE DORMIRE: come sempre abbiamo alloggiato in una camera trovata su Airbnb da una famiglia del posto, poco fuori Inverness. Non siamo neanche entrati in città, perché per visitarla sarebbe stato necessaria almeno un’altra giornata. Spesa totale in due, 60,50€.




Giorno 10 – I Cairngorms, Pitlochry e Stirling
Era tempo di tornare verso Sud alla volta di Edimburgo. Inverness dista circa 4 ore di guida dalla capitale e sul tragitto abbiamo fatto qualche breve tappa di vario interesse.
Per prima cosa ci siamo fermati nel Parco Nazionale dei Cairngorms, che in pochi istanti mi ha rapita facendomi desiderare di passare almeno una settimana in quest’oasi di natura assoluta, autentica e selvaggia. In effetti i Cairngorms costituiscono il più grande parco nazionale della Gran Bretagna, sono sede delle montagne più alte del paese e offrono un’ampia scelta di attività da fare a contatto con la natura: trekking, mountain bike, birdwatching, pesca, sup, rafting, sci e così via. La cittadina di Aviemore è il posto giusto dal quale partire per farsi un’idea su cosa offrono i Cairngorms, che si presentano come un vero paradiso per gli escursionisti. In effetti, attraversando il centro di Aviemore in auto, sembrava di stare nella classica cittadina di montagna come Cervinia o Cortina, con una ricca sequenza di negozi di abbigliamento tecnico.
Non ci siamo fermati ad Aviemore, ma abbiamo raggiunto il poco distante Loch an Eilein e la foresta di Rothiemurchus.
Parliamo di un’area montuosa unica, dalla particolare storia geologica e dalla grande fragilità. La popolazione locale è estremamente sensibile al mantenimento di questo ecosistema e della sua antica foresta. Qui abbiamo avuto l’occasione di camminare tra gli antichi pini della Caledonia. Il Loch an Eilein, che in gaelico significa lago dell’isola, è circondato da un path di facilissima percorrenza e altrettanta bellezza. Per me ritrovarmi in questa foresta mi ha fatta sentire così innamorata del mondo, così in pena per la sua sorte e al contempo felice. Si dice che gli alberi abbiano un effetto benefico sulla nostra psiche; qui ho sperimentato cosa questo voglia dire.
La Caledonia è il nome latino che i Romani diedero al territorio a nord della Britannia. Corrispondeva in gran parte a quella che oggi è la Scozia.
In silenzio abbiamo camminato tra gli alberi, mi sono tuffata tra le felci, fino a raggiungere l’acqua e ammirare l’assoluta perfezione della natura, mentre l’arcobaleno, uno dei tanti che abbiamo visto, colorava il cielo nuvoloso.
Lungo il percorso, sulla sponda orientale del lago è anche possibile vedere le rovine del castello che si trova sull’isola all’interno del lago.
Accedere a questo cammino richiede il contributo di tutti. Si deve pertanto lasciare l’auto nell’apposita area parcheggio al prezzo di 1,70€ a persona, nei quali è inclusa una mappa con i principali percorsi della zona e qualche informazione storico – paesaggistica.











Questa è stata la nostra ultima tappa nelle Highlands e ci ha regalato delle emozioni veramente fortissime. I colori della foresta quel giorno erano eccezionali.
Abbiamo proseguito il nostro ultimo giorno on the road fermandoci poi nel Pertshire, che avevamo lasciato all’inizio del viaggio. Abbiamo voluto visitare una cittadina molto scozzese, Pitlochry, dove il sapore britannico si sente all’ennesima potenza. Di questa piccola gemma si innamorò per prima la regina Vittoria, decretandone la notorietà.
Pitlochry è una località molto turistica e per un secondo ho creduto che Carlo si arrendesse, dato che anche l’impresa di trovare parcheggio (a pagamento ovviamente) non è stata delle più facili. La pazienza non è una delle sue virtù. Ma ce l’abbiamo fatta e posso dire che si tratta di una città estremamente pittoresca, sensazione amplificata dalle case d’epoca vittoriana sulla via principale, Athol Road. L’intera strada è poi un susseguirsi di negozietti che vendono souvenir stupendi. Peccato esserci arrivata allo stremo delle mie forze finanziarie. Dopo aver incontrato qui l’ennesimo negozio di Natale abbiamo anche capito quanto questa festività sia molto sentita in Scozia. Chissà che gioiellino diventa Pitlochry sotto le feste!
Oltre alla strada principale, a Pitlochry ci sono alcune cose che vale la pena vedere, come la famosissima distilleria Blair Athol e quella meno nota, la Edradur Distillery. Noi siamo andati a vedere soltanto lo shop e l’esterno della Blair Athol perché avevo visto delle foto degli stupendi esterni. Gli edifici sono completamente rivestiti di foglie che in questo periodo creano un bellissimo rivestimento rosso acceso. Purtroppo Carlo non è stato in grado di farmi una foto decente.
La cittadina richiede a mio avviso un’intera giornata per essere visitata al meglio e magari fare una delle visite alle distillerie. Altro da vedere, ma uscendo dal centro, sono la scala dei salmoni e la passeggiata lungo il fiume Tummel.








Abbiamo concluso il viaggio visitando un altro dei luoghi più frequentati di tutta la Scozia, il Castello di Stirling nell’omonima città. Anche Stirling merita almeno una giornata per essere visitata interamente ma noi ci siamo soffermati unicamente sul suo castello. Il castello si trova nella parte più alta della città vecchia. Per visitarlo c’è un biglietto di accesso di ben 21€ (!!!) a cui si aggiungono, come al solito, quelli del parcheggio, addirittura 5€. Abbiamo qui speso i nostri ultimi risparmi, ma per una giusta causa.
Il castello è una stratificazione di cambiamenti e contributi di diversi sovrani e un luogo chiave nella storia scozzese. Da qui sono passati importanti personaggi, come lo stesso William Wallace e Robert the Burce, il primo re di Scozia. Nel castello sono anche stati incoronati fino al Settecento tutti i sovrani scozzesi, inclusa Maria Stuarda.
La visita permette di entrare in molti ambienti, tra cui le cucine dove è presente una ricostruzione d’epoca con manichini e la riproduzione di cibo e utensili che ho trovato molto interessante. Dal castello di Stirling provengono anche importanti opere di artigianato uniche al mondo, come il ciclo di arazzi con la caccia all’unicorno, oggi conservate al Metropolitan di New York e le Teste di Stirling, medaglioni in quercia intagliata, raffiguranti decine di personaggi, come re, nobili e santi, e che un tempo ornavano il soffitto di una delle sale. Dal Castello si ha poi una bella vista sulla città e anche sul monumento a William Wallace.
DOVE DORMIRE: Abbiamo cercato di avvicinarci il più possibile a Edimburgo per recarci velocemente in aeroporto il giorno seguente. Abbiamo trovato un albergo a buon prezzo, l’Oxgang, con camere molto grandi e bagno privato nella cittadina di Grangemouth. Costo totale in due: 59€.






Così si conclude il nostro viaggio in Scozia, in un vorticare di esperienze, nuove conoscenze e magiche visioni. E’ un luogo che mi rimarrà nel cuore e che esercita già su di me un potentissimo richiamo, che mi spingerà certamente in futuro a tornare.
Una bella lettura, perché ti confesso che questa estate ho proprio girato la Scozia in lungo ed in largo per 15 giorni, visitando praticamente tutti i posti – o quasi – che hai citato, tranne le Ebridi esterne.
Che dire?
Mi fa piacere che altre persone abbiano visto la stessa bellezza che ho visto io con i miei occhi, anche le cittadine più piccole tipo Mallaig, ma anche la ruota di Falkirk, The Kelpies, a così via.
Inutile fare elenchi, le foto parlano da sole.
Una esperienza per noi, e per voi, davvero indimenticabile.
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Grazie per il tuo commento! La Scozia rimane davvero dentro! Spero di riuscire a tornarci non troppo tardi
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Hai già visto molto.
Suggerisco analogo giro dell’Irlanda, se non ci sei ancora stata.
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